21 novembre 2006

 

Comune di Mantova contro lottizzazione: ecco le due sentenze del Consiglio di Stato

Per la documentazione di Italia Nostra e degli amici che ci leggono, riportiamo in sintesi i testi delle sentenze del massimo organo di giustizia amministrativa. Intanto, sono state due le ordinanze che il Consiglio di Stato ha pronunciato sulla complicata questione giuridica della contestata lottizzazione di Mantova (v. articolo precedente).
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Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, con una prima ordinanza pronunciata nella Camera di Consiglio del 14 novembre (Sezione quarta, Presidente: Salvatore Costantino, Registro Ordinanze: 5947/2006, Registro Generale: 7965/2006), visto l’appello proposto dal Comune di Mantova contro la Regione Lombardia, il Parco del Mincio, la Lagocastello Immobiliare srl e Alberto Rosignoli, direttore di Area Servizi Città-Comune di Mantova, per l’annullamento dell’ordinanza del TAR Lombardia-Brescia n.917/2006, e la sospensione dei lavori di esecuzione delle opere di urbanizzazione, ha accolto l’appello del Comune di Mantova (Ricorso n. 7965/2006) e, riformando l’ordinanza impugnata, ha respinto l’istanza cautelare proposta in primo grado.
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Con una seconda ordinanza, alla stessa data, la medesima Sezione del Consiglio di Stato (Registro Ordinanze: 5952/2006, Registro Generale:8229/2006), visto l’appello proposto dalla Regione Lombardia contro Lagocastello Immobiliare srl, Alberto Rosignoli, e nei confronti del Comune di Mantova e del Parco del Mincio, per l’annullamento dell’ordinanza del TAR Lombardia-Brescia n.91/2006 concernente il diniego di rilascio del permesso di costruire, ha accolto l’appello (Ricorso n. 8229/2006) e in riforma dell’ordinanza impugnata ha respinto l’istanza cautelare proposta in primo grado.
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Ma, attenzione, la vittoria per ora è solo temporanea. La situazione è soltanto bloccata: nessun muratore può più sollevare neanche una pietra. Le decisioni del massimo organo della giustizia amministrativa non sono entrate nel merito della vertenza, ma sono cautelari, cioè dettate dall’urgenza e dal principio generale di precauzione, dato che - si legge come premessa nell’ordinanza - "le complesse questioni dedotte in giudizio esigono un approfondito esame nel merito e che, in attesa della prossima decisione del ricorso di primo grado, appare opportuno impedire l’ulteriore trasformazione del territorio e, quindi, conservare l’efficacia dei provvedimenti gravati in prima istanza".
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Come dire che, nel frattempo, mentre viene dipanata la questione giuridica che porterà alla decisione di merito, è interesse di tutti lasciare il territorio così com’è, vietando ogni ulteriore modificazione che possa pregiudicare eventuali diritti.
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Nell'antica stampa, il bellissimo Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, a Roma. Fu costruito nel 1540 dal Baronino, mentre il Mazzoni creò i sontuosi stucchi della facciata, ritenuta la più ricca a Roma tra quelle del ‘500. Nel 1632 il Borromini fu incaricato di modificarlo secondo i nuovi gusti. Creò, così, nel cortile, un capolavoro di trompe-l'oeil, una falsa prospettiva in cui la serie di colonne di altezza decrescente ed il pavimento che si alza, generano l'illusione ottica di una galleria lunga 37 metri, mentre in realtà è di soli 8 metri. Il fondale ha una scultura che sembra a grandezza naturale, mentre in realtà è alta solo 60 centimetri. Per creare la sua falsa prospettiva Borromini fu aiutato da un matematico. Il palazzo ospita una eccezionale collezione d’arte, con pitture del XVI e XVII secolo (Andrea del Sarto, Guido Reni, Tiziano, Breughel il Vecchio, Guercino, Rubens, Dürer, Caravaggio, Domenichino, Carracci, Salvator Rosa, Parmigianino e altri.





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