16 novembre 2006
Sotto accusa nell'assemblea il trasversale "partito dei muratori"

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Convegno in Val d'Orcia. Ripa di Meana: cedere qui ha un peso nazionale.
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Al convegno di ieri, organizzato nel borgo senese, il caso perde la valenza locale, si estende e si generalizza, diventa polemica politica. Perché se da una parte Monticchiello è emblema della difesa del paesaggio, dall' altro contribuisce ad evidenziare all'interno della sinistra due categorie contrapposte: costruzionisti e decostruzionisti. Che non sono epigoni di correnti filosofiche, ma uomini e donne, spesso amministratori, che giudicano il paesaggio con diverse sensibilità, più orientate alla salvaguardia da una parte, più indirizzate allo sviluppo dall' altra.
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Decostruzionista è certamente Fiorenza Brioni, sindaco diessino di Mantova. Che a Monticchiello afferra il microfono per denunciare non solo scempi edilizi e piani urbanistici nella sua città che prevedono 200 villette davanti al Palazzo Ducale e al Parco del Mincio approvati dalla passata giunta a guida Ds, il suo partito, ma grida di essere stata intimorita e minacciata da "furbetti e furboni". Decostruzionista è pure Lucia Biagi, sindaco di Capalbio, che definisce pubblicamente una vergogna il piano regolatore del suo paese approvato nel 1999 dalla Regione Toscana, anche se poi loda le scelte urbanistiche della attuale giunta.
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Decostruzionista è Vittorio Emiliani, presidente del Comitato per la Bellezza, che denuncia le non scelte della Regione Toscana. "Che potrebbe intervenire ed invece non interviene delegando i Comuni che così diventano i controllori di se stessi" e sciorina dati allarmanti su cementificazione (l'Italia è la prima produttrice in Europa) e sulla speculazione edilizia che dal mare si è spostata alla collina. Per non parlare poi di Giulia Maria Crespi, presidente del Fai, che paragona la corsa al mattone a un male contagioso come la peste e il colera "che ormai ha attaccato tutti gli strati della popolazione: politici, finanzieri, economisti, comuni cittadini e parte dei sovrintendenti che una volta erano i guardiani del paesaggio" e se la prende pure con la Regione Toscana, una volta tanto amata e citata come esempio e oggi "teatro di inciuci e di malgoverno del territorio".
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I costruzionisti? Ci sono eccome. Un po' nascosti, ieri, per opportunità politica, forse. "Ma presenti in forza in tutta la sinistra e soprattutto nei Ds", spiega Roberto Della Seta, presidente di Legambiente. "Loro e l'ala più ambientalista si combattono, cercano una sintesi, difficile ma non impossibile". Una sintesi l'ha cercata Francesco Rutelli accorso a Monticchiello nonostante gli impegni romani. Davanti a una platea nervosa e divisa che non gli ha risparmiato qualche fischio e mugolio, ha ammesso che, per esempio, le costruzioni di Monticchiello difficilmente potranno essere abbattute. Aggiungendo però che è necessario "percorrere tutte le strade possibili per ridurre l' impatto cercando di non far completare le costruzioni ancora da realizzare".
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Un intervento che ha fatto arrabbiare il presidente di Italia Nostra, Carlo Ripa di Meana: "Cedere oggi in questo paese significherebbe minare l'intera impostazione urbanistica italiana", ha detto chiamando a raccolta l'anima decostruzionista.
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Il resto del convegno è stato un grido di dolore. "Il vaso di Pandora è stato aperto", aveva annunciato in apertura Asor Rosa accogliendo una lunga processione di gente arrivata da tutta la Toscana (e da qualche pezzetto d'Italia) con il cilicio dell' "ecomostro", vero o presunto, trascinato con ostentazione. Tutti avevano denunciato, criticato, condannato. Facendo scoprire alla platea affollatissima che molti progetti discussi e approvati "democraticamente", con il beneplacito delle sovrintendenze, con permessi e superpermessi, possono essere "coglionate", come le ha definite Alberto Asor Rosa, star del convegno dopo il j' accuse sulla colata di cemento a due passi da casa sua.