17 novembre 2006

 

Discariche, nuove strade, faggete tagliate, tralicci? Sì, siete in un Parco protetto

Dopo il comunicato-denuncia del Wwf sul deprimente "Caso del Parco del Pollino", da noi riportato con risalto (vedi), abbiamo chiesto qualche notizia in più, tramite l’efficiente ufficio stampa di Bertin. E’ emerso un cahier de doléance incredibile: discariche, taglio di faggete, aperture di strade, tralicci di elettrodotti. E non in un luogo qualsiasi, dove già porrebbero dei problemi, ma addirittura in un Parco. Se la documentazione portata dal Wwf al ministro dell'Ambiente sarà provata, allora vorrà dire che tutta la politica di gestione delle aree protette finora seguita dai vari Governi e dalla classe politica italiana, è sbagliata.
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A titolo di esempio, citiamo la ripresa dei lavori della Centrale del Mercure, la proposta di ri-perimetrazione non supportata da dati scientifici, i vari abbattimenti di faggete secolari anche in zona 1 (zona più protetta) o in aree SIC e ZPS, la scoperta di diverse discariche abusive, lo sfregio di Campotenese e dei Monti di Orsomarso - cuore della Wilderness del Parco - con l'attraversamento dell'elettrodotto Laino-Rizziconi, la realizzazione di parcheggi e strutture nelle aree più delicate e vulnerabili, la prevista realizzazione di strade nel cuore del parco, tra cui il prolungamento della Murgia-Pollino e l'inutile strada di arroccamento Frascineto-Fagosa-Pollino che ha già deturpato il panorama meridionale del massiccio, la chiusura dei rifugi, gli sperperi di denaro pubblico in dubbie campagne promozionali e in costose e inutili consulenze (mentre sono scarsi o nulli gli interventi nel campo della conservazione e dell'educazione ambientale). Di questo ed altro potrà prendere visione nel dettaglio nel citato dossier. Grave inoltre è la mancata approvazione del piano socio economico e del regolamento del parco, per il quale è stato conferito incarico addirittura nel 1999.
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E c’è anche dell’altro, annuncia la presentazione. Purtroppo l’allegato inviatomi dall’ufficio stampa non si apre. Ma non avevamo già raschiato il fondo? Dopo quanto letto, mi chiedo che altro di raccapricciante ci potrà mai essere in un Parco: casi di pedofilia, tratta delle bianche e riduzione in schiavitù tra pini loricati e faggi?
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Se sono fondate tutte queste contestazioni, come la serietà e moderazione del Wwf impone di credere, si porrà con urgenza il problema del metodo delle nomine e della selezione del personale "verde". Si conferma, insomma, quello che noi ambientalisti e protezionisti della prima ora abbiamo sempre sostenuto, che cioè l’elemento umano, la classe dirigente ecologista, o comunque quella chiamata a gestire enti, commissioni e strutture che hanno a che fare con la protezione dell’ambiente, spesso non è all'altezza dei propri compiti, oppure non si differenzia molto dagli altri, cioè dai non protezionisti.
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L’infiltrazione, si sa, è lo sport preferito dagli Italiani (ci ostiniamo a mettere la maiuscola, ma fino a quando?) Abbiamo visto letteralmente "cani e porci" far parte dalla lista delle associazioni "ambientali" del Ministero dell’Ambiente, come l'Associazione nazionale cacciatori dell’Appennino, l’Anev (riunisce le industrie produttrici delle deturpanti e speculative torri eoliche), il CTS (Centro Turistico Studentesco), gli istruttori subacquei, l’Associazione genitori, l’Associazione piccola proprietà edilizia. Maggiori dettagli in un prossimo articolo.
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L'infiltrazione di club e personaggi che nulla hanno a che fare con la tutela dell'ambiente deve essere neutralizzata anche sul territorio e nelle istituzioni di gestione e controllo, a cominciare dalle aree protette (in primo luogo i Parchi più importanti) fino agli enti e Istituti di ricerca e controllo. Ne riparleremo.
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Nella foto, uno scorcio del tipico ambiente del Parco del Pollino.





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