11 novembre 2006

 

Vittoria in Sardegna: no alle 71 torri dell'eolo-mostro di Buddusì e Alà

Avevano comprato il sì dei poveri abitanti del luogo - e i loro Comuni, si sa, sono sempre in bolletta - promettendo ogni anno 400mila euro di canone a Buddusì e 250mila ad Alà, due comuni della Sardegna, per impiantare in un’area di 4mila ettari le 71 torri d’acciaio della società Geo Power alte 65 metri, più una ventina di metri di pale.
Ma sarebbe stato un terribile pugno nell’occhio, un cambiamento irrimediabile della visione dei luoghi cari alle memorie di tutti, anche dei tanti turisti che visitano le colline della Gallura, oltretutto sottoposte a vincolo paesistico. Una foresta da incubo fatta di pale rotanti collegate tra loro da ben 69 chilometri di larghe strade asfaltate adatte ai camion, insomma - coniamo un neologismo - un vero "eolo-mostro" che avrebbe distrutto per sempre la bellezza aspra e mediterranea di uno dei luoghi tipici della Sardegna.
Il sindaco di Buddusì, Giovanni Satta, che con l’acqua alla gola era riuscito a placare le voci critiche di ambientalisti ed opposizione sulla licenza data con troppa fretta nel 2004 alla società eolica, ha dovuto fare macchina indietro, come riferisce sulla Nuova Sardegna una corretta Elena Laudante. Lo stop é arrivato dall’ufficio tutela del paesaggio di Sassari: il 25 ottobre ha iniziato la procedura di revoca del nulla osta paesistico. Ora l’eolo-mostro potrà essere spostato in zone industriali o già irrimediabilmente degradate, come prevede il Piano regionale. In questo caso non avremmo nulla da obiettare.
Eroici e coraggiosi, perciò, sono stati questa volta i sardi nel dire di no alla diabolica tentazione dell’eolico. C’è una ricchezza ben superiore - aveva pensato il presidente della Sardegna, Soru varando la nuova direttiva che esclude l’eolico dai luoghi di interesse paesaggistico, e questa ricchezza vuol dire l’identità della Natura sarda. Al presidente Soru va il ringraziamento di Italia Nostra, del curatore di questo sito e di tutti i difensori della Natura in Italia.
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Oreste Rutigliano, esponente storico di Italia Nostra e coordinatore nazionale del CNP (Comitato nazionale del paesaggio), così commenta la vicenda: "Le notizie sull'eolico si susseguono a ritmo incalzante. Ma ora, finalmente, qualcosa sta cambiando: sempre più gente si accorge del grande inganno. Nel frattempo, però, sempre più terre vanno perdute, se Stato ed Enti locali non si oppongono con fermezza. Qui per fortuna vinciamo, grazie a Soru, un amministratore locale che finalmente ci indica la strada del riscatto, della dignità.
"In quanto a Buddusì e Alà non li conosciamo. Ma la giornalista Daniela Serra ci assicura che si tratta di luoghi spendidi. Quello che colpisce sono i numeri, enormi per un sito solo: 71 torri, 4000 ettari di terra impegnati, 69 km di strade. L'eolico industriale si rivela sempre più una micidiale, invasiva, urbanizzazione del territorio agricolo e montano. Una nuova piaga improvvisa, impensabile fino a 3-4 anni fa, inflitta al territorio ed al paesaggio italiani dalla speculazione.
"Con buona pace di Legambiente, che non ha ancora occhi per vederla".





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