13 novembre 2006

 

Parco del Pollino: dopo i grandi avvoltoi anche i dirigenti volano via...

Era il regno incontrastato del pino loricato (Pinus leucodermis Ant.), il più strano dei pini, così contorto, modellato dal vento e dai fulmini, tanto intimamente abbarbicato alle rocce da far pensare quasi ad una simbiosi mutualistica. Ora è sempre meno presente. Era il parco dei grandi rapaci, dei grandi avvoltoi. Ma sono scomparsi, per la presenza dell'uomo e la rarefazione dei bovini allo stato brado, delle cui carogne si nutrivano. Sopravvive il più piccolo, il capovaccaio (Nephron percnopterus). Era, soprattutto, un'oasi di silenzio, rotto solo dall'ululato dei venti e dai gridi improvvisi degli uccelli. E incuriosiva gli studiosi col suo ambiente di montagna mediterranea tra due mari, lo Ionio e il Tirreno.
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Ma poi il Parco nazionale del Pollino ha cominciato a degradarsi, a perdere la sua separatezza dalla civiltà o "inciviltà" umana, insomma quell'ambiente incontaminato che era stata la sua incomparabile ricchezza. Negli ultimi tempi le lamentele dei protezionisti sono andate crescendo. Sempre più tagli indiscriminati di alberi, attività di trasformazione incompatibili, rumore, traffico, abusivismo ecc.
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I suoi dirigenti, incidente dopo incidente, problema dopo problema, hanno cominciato ad essere sotto tiro. Perfino le torri degli impianti eolici li hanno sfiorati. Insomma, dopo il grande bue selvatico dell'antichità (come testimoniano incisioni rupestri), l'orso, la lince, e i grandi avvoltoi, rischiano di scomparire anche loro. Il Wwf, infatti, chiede ora al Ministro dell’Ambiente la "rimozione dei vertici" e il "commissariamento" dell'ente Parco, "a causa della mala gestione della preziosa area protetta". Ma lasciamo la parola al comunicato stampa del club ecologico:
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"Il Wwf ha inviato oggi al Ministro dell’Ambiente la richiesta di rimozione dei vertici del Parco del Pollino a causa della mala gestione della preziosa area protetta. Negli ultimi anni infatti il degrado del territorio del Parco è cresciuto, anziché ridursi, mettendo a rischio la straordinaria valenza naturalistica ed ambientale del Pollino ed il suo ruolo cruciale nel sistema delle aree protette del bacino del Mediterraneo, al punto da richiedere un intervento straordinario come la nomina di un commissario che transiti verso uno scenario futuro di gestione ordinaria accorta ed efficace.
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“Chiediamo al Ministro dell’Ambiente di intervenire prontamente per intraprendere una verifica puntuale della gestione dell’Ente Parco ed avviare quanto prima le procedure per la nomina di nuovi incarichi relativi alla presidenza, alla direzione ed al consiglio direttivo. I candidati - specifica la nota del Wwf - dovranno essere di alto profilo e con pregresse esperienze nella gestione di aree protette e beni naturalistici, mentre dovrà essere escluso chi abbia già ricoperto incarichi nell’attuale gestione, contribuendo al determinarsi della grave situazione attuale.”
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"Le gravi responsabilità degli attuali organismi di gestione del parco sono state raccolte in un documento consegnato al Ministro, in cui si suggeriscono anche alcuni elementi per una corretta impostazione della gestione del Parco e si elencano dettagliatamente le minacce, gli elementi di crisi ed i rischi della mancata applicazione di corrette politiche di conservazione in un’area importante per la biodiversità dell’intero Mediterraneo.
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"Il Pollino, infatti, è un’area prioritaria per l’Ecoregione Mediterraneo, ovvero come area che ospita livelli significativi e importanti di biodiversità ecoregionale, come risulta dal recente documento sulla “Biodiversity Vision”, condiviso dal Wwf con 33 altri partner come l’Upi e il Cfs. Il Ministero ha recentemente sottoscritto la convenzione che adotta questa strategia d’azione per la conservazione della natura, il che significa che parleremo uno stesso linguaggio per conservare ambienti di questo pregio”, conclude la nota del Wwf. “Considerata la valenza dell’area, speriamo che i suggerimenti e le proposte inviate oggi vengano accettate e si inizi, finalmente, a lavorare per salvaguardare questo splendido habitat”.
WWF ITALIA, Uff. stampa
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Foto: Il pino loricato (Pinus leucodermis Ant.) è l'albero simbolo del Parco del Pollino. Ha chioma esigua, rami bianco grigiastri, aghi di color verde scuro (sezione fino a 2 mm, lunghezza fino a 6-7 cm), corteccia fessurata in placche a scaglie lucide. É un relitto dell'ultima glaciazione. Vive nelle zone rocciose più impervie, modellato nelle forme più strane, dal vento, dal gelo, dai fulmini.





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